PREPARAZIONE ANTITROMBOEMBOLICA
Nella descrizione dei due principali tipi di esame vengono descritte le preparazioni che sono specifiche per la gastroscopia e per la colonscopia. Oltre a quanto illustrato nelle singole sezioni è importante una preparazione antitromboembolica, che riguarda ambedue le tipologie e che riveste una particolare importanza per i pazienti che assumono particolari farmaci, i cosiddetti anticoagulanti e/o antiaggreganti : questi pazienti devono specificare nel corso della prenotazione i farmaci di questa categoria prescritti per la loro patologia, e – a seconda della tipologia del farmaco assunto – viene comunicata al Paziente la necessità di avere un colloquio con il Medico endoscopista per valutare le possibili conseguenze della terapia in atto sull’esame da effettuare. Sarà il Medico endoscopista che chiarirà i motivi di questa particolare preparazione e definirà durante il colloquio con il Paziente le modalità di comportamento da osservare che sono puntualmente elencate nella scheda apposita cliccando su: profilassi antritromboembolica.
Il documento è scaricabile nella sezione Modulistica. Si tratta di un protocollo riservato ai Medici.
ESOFAGO-GASTRO-DUODENOSCOPIA
Chiamata sinteticamente gastroscopia, è un esame che mette in evidenza l’interno del tratto digestivo superiore, ossia esofago, stomaco e duodeno, con un apparecchio chiamato gastroscopio, composto da una sonda attraverso la quale viene trasmessa la visione e da apparati elettronici (schermo) per ingrandire l’immagine interna.
Per la preparazione alla gastroscopia: se l’appuntamento è fissato per il mattino è necessario il digiuno dalla mezzanotte. Se l’appuntamento è fissato al pomeriggio (dopo le ore 14.00) è possibile fare una colazione leggera (tè e biscotti) almeno sei ore prima e poi rispettare il digiuno).
L’esame è preceduto da un breve colloquio con il Medico, durante il quale viene delineata l’ANAMNESI (storia clinica del Paziente) e viene presa visione dei referti o indagini effettuate precedentemente. E’ necessario che il Paziente riferisca al Medico endoscopista le precedenti malattie dell’apparato digerente, eventuali allergie o patologie cardiorespiratorie e/o la presunta o accertata gravidanza.
L’Infermiera accompagna quindi il Paziente sul lettino, dopo avergli fatto togliere occhiali ed eventuale protesi dentaria e lo sistema appoggiato sul fianco sinistro.
Il Medico spruzza uno spray anestetico nella bocca per diminuire il fastidio del passaggio della sonda e sistemerà un boccaglio per evitare il contatto della sonda con i denti.
La sonda viene inserita nella bocca con dolcezza, e poi viene fatta proseguire attraverso l’esofago, lo stomaco e il duodeno, soffermandosi nelle zone per le quali è stato richiesto il controllo o comunque in quelle per le quali viene ritenuto utile l’esame. Durante la scopia è possibile effettuare biopsie della mucosa, asportare eventuali polipi, iniettare farmaci o dilatare tratti ristretti dell’esofago o di altre zone anatomiche.
L’esame dura pochi minuti e di solito non provoca particolari disturbi. Ove il Paziente lo richieda o il Medico lo ritenga necessario, è possibile praticare una sedazione endovenosa attraverso un ago inserito in una vena del braccio, iniettando una sostanza analgesica. Per ogni evenienza è sempre presente in Istituto un Medico anestesista pronto ad intervenire per collaborare al trattamento farmacologico del Paziente e alla sua assistenza.
La gastro-duodenoscopia è un esame estremamente sicuro, anche se in rarissimi casi può determinare qualche complicazione. Quella più rara è costituita dalla perforazione (1 caso su 10.000 esami) seguita dalla possibile emorragia (1 caso su 3.000 esami). Altre complicanze non prevedibili sono quelle cardiorespiratorie, tutte comunque adeguatamente controllabili dal Personale medico che effettua l’esame.
Nel caso venga attuata la sedazione il Paziente viene tenuto sotto controllo nella zona post-esame per il tempo necessario alla completa ripresa e poi autorizzato a lasciare l’Istituto dopo aver rimosso l’ago dal braccio. In questi casi per le successive 12 ore è comunque sconsigliabile per il paziente guidare un veicolo o eseguire attività che comportino prontezza di riflessi. E’ quindi indispensabile giungere al servizio accompagnati: in caso contrario non sarà possibile effettuare la sedazione o sarà necessario riprogrammare l’esame.
RETTO-SIGMOIDO-COLONSCOPIA
Chiamata sinteticamente colonscopia, è un esame che mette in evidenza l’interno della parte terminale dell’apparato digerente ossia il retto, il sigma, il colon e, quando indicato, l’ileo terminale (intestino tenue). Si tratta di un esame che viene solitamente prescritto dal Medico di famiglia o da uno Specialista in seguito a una sintomatologia (disturbi dell’alvo, sanguinamento, dolori addominali, ecc.) che necessita di una diagnosi sicura che la colonscopia è in grado di dare in tempi rapidi.
Per ottenere una visuale ottimale dei visceri da esplorare è necessaria una preparazione accurata, da attuare nei giorni precedenti l’esame, che consiste in una dieta alimentare specifica e nell’assunzione di farmaci per l’evacuazione dell’intestino. Questa preparazione viene descritta a parte cliccando il termine preparazione alla colonscopia.
L’esame viene eseguito con un apparecchio chiamato colonscopio, composto da una sonda attraverso la quale viene trasmessa la visione e da apparati elettronici (schermo) per ingrandire l’immagine interna.
L’esame è preceduto da un colloquio con il Medico, durante il quale viene delineata l’ANAMNESI (storia clinica del Paziente) e viene presa visione dei referti o indagini effettuate precedentemente. E’ necessario che il Paziente riferisca al Medico endoscopista le precedenti malattie dell’apparato digerente, eventuali allergie o patologie cardiorespiratorie e/o la presunta o accertata gravidanza.
L’Infermiera accompagna quindi il Paziente sul lettino, lo sistema appoggiato sul fianco sinistro e l’operatore provvede ad individuare un accesso venoso per la somministrazione della sedazione. Contemporaneamente vengono monitorati i parametri vitali con l’applicazione di un apparecchio per la pressione, un pulsiossimetro per il controllo della quantità di ossigeno nel sangue e, ove necessario, gli elettrodi per la rilevazione di un E.C.G..
Il Medico endoscopista introduce quindi delicatamente attraverso l’ano un sottile strumento flessibile (sonda) che contiene uno o più canali operativi attraverso i quali è possibile introdurre o aspirare gas ( anidride carbonica), iniettare liquidi, e strumenti per effettuare biopie o per eliminare eventuali polipi, e che permette la visione diretta per mezzo di una microtelecamera applicata sulla estremità, o una immagine ingrandita su un teleschermo.
Grazie all’utilizzo di farmaci sedativi l’esame risulta nella maggior parte dei casi assolutamente indolore: tuttavia la distensione dell’intestino, che è necessario attuare durante l’esame per poter osservare le pareti, provoca in alcuni pazienti un senso di fastidio doloroso. In questi casi si attua la sedazione profonda, eseguita da un Medico anestesista, che per mezzo di farmaci a breve durata ottiene l’effetto di eliminare del tutto la spiacevole sensazione di algia addominale.
La durata dell’esame non è definibile anticipatamente, in quanto dipende dalla situazione specifica del paziente: può durare pochi minuti (5/10 min’) se non si trovano condizioni locali che rendano necessario un intervento dell’Endoscopista, ma può arrivare a 15/20 min’ se sorga la necessità di eseguire una polipectomia o biopsie o si debba evidenziare con l’esame anche il tratto iniziale del colon o la parte finale dell’ileo.
Durante l’esame il Medico endoscopista e l’Anestesista tengono continuamente sotto controllo le condizioni del paziente, in modo da assicurare una indagine sicura e per prevenire eventuali episodi avversi che possono verificarsi soprattutto in soggetti anziani, cardiopatici o con patologie respiratorie croniche ostruttive.
Al termine dell’esame l’aria insufflata nell’intestino viene quasi totalmente rimossa, anche è possibile che in qualche caso l’aria residua possa provocare qualche sensazione dolorosa a carico dell’addome.
Dopo la colonscopia – tenendo conto della sedazione utilizzata nel corso dell’esame – il paziente viene accompagnato nella sala post-esame, dove può riposare ed essere controllato per il tempo necessario alla ripresa delle condizioni psico-fisiche. Al fine di accertare la eventuale presenza di dolori addominali post-esame è consigliabile che il paziente si allontani dall’Istituto non prima di un’ora dalla fine della colonscopia.
Di norma il referto dell’esame endoscopico, con allegata eventuale documentazione fotografica, viene consegnato al paziente il giorno stesso dell’esame, con i chiarimenti ed i consigli da parte del Medico endoscopista. Nel caso in cui vi siano esami bioptici (che l’Istituto si incarica di inviare al laboratorio), il Paziente sarà contattato dalla segreteria dell’Istituto appena pronto il referto bioptico, che sarà comunque verificato e controfirmato dal Medico endoscopista, e successivamente consegnato all’interessato.